Dott.ssa Filomena Petrazzuolo - Psicologa Psicoterapeuta - Dott.ssa Filomena Petrazzuolo - Psicologa Psicoterapeuta

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Testimonianze

  • Ci sono cose che per quanto impossibili e irraggiungibili diventano la prova evidente di quanta forza interiore c’è dentro l’essere umano ma che solamente ha bisogno di essere spronata, scoperta e tirata fuori. La psicoterapia per me era un tabù una via senza uscita, una via inutile e senza buoni propositi... ma è proprio quando vai contro i pregiudizi le più grandi paure ti trovi a varcare soglie e riscoprire la vita! Entrai in quella stanza con 1000 paure tanti dubbi troppa diffidenza, ma (anche se non subito) mi rendevo conto di ritrovare me stessa in quel poco tempo dove mi aprivo senza paura del giudizio, delle punizioni, della violenza.....c’ero io il mio interiore tirato fuori e chi, con premura e professionalità, la dottoressa Petrazzuolo, ha aperto la mia mente verso nuovi orizzonti, nuovi sogni, nuove scoperte dandomi fiducia. La psicoterapia è un qualcosa di forte, perché no a volte difficile, tosta... ma che vale la pena affrontare! Il mio percorso è capitato in un periodo ancora più duro dove ho perso la figura che per ogni persona è la più importante quella della madre, ma da quel dolore ho tirato fuori tutta la forza per poterlo superare nel migliori dei modi. Ero una persona senza sogni, depressa, amica dell’ansia e delle paure più incredibili, senza desideri....neanche viaggiare mi entusiasmava Anzi mi spaventava ma anche su questo ho scoperto un lato di me che ama vivere a pieno ogni esperienza lontano da casa, dalle mie sicurezze e dal mio “rifugio”. Ora tutto ha una prospettiva diversa, io sono diversa...Vivo le mie giornate con gioia, entusiasmo e determinazione perché so che posso farlo e so chi sono! Posso solo ringraziare Lei che mi ha aiutato a tirar fuori la persona positiva che era sotterrata in me dandomi fiducia e forza!!

R.G.


  • Ciao Mena, ti scrivo due righe del percorso fatto insieme... nell'attesa  di fare una "pseudo-biografia", così come mi avevi chiesto... stanotte  penso di averti sognata (non ricordo il sogno ma c'eri...) ...ti penso  spesso e spesso vorrei scriverti... quello su cui più ho  riflettuto è la possibilità che mi hai dato di stare in coppia... col mio compagno sarebbe finita molto prima, se io e te non ci fossimo  incontrate... erano troppe le paure... e tu le hai contenute... era "bello" vedere quello che facevo, cosa facevo per distruggere il buono... grazie a  te ho potuto sperimentare la mia sessualità, l'amore... purtroppo di  nuovo tante difficoltà oggi... con la differenza che forse rischio un pò  di più...
    Ripenso con nostalgia ai nostri colloqui e mi  commuovo... mi commuove pensare alla "fatica" che entrambe abbiamo fatto... ripenso alla rabbia... alle "verità"... alla presenza... al desiderio di abbracciarti dopo i colloqui... ai pregiudizi nei tuoi  confronti... all'angoscia... ai nodi alla gola... al piacere... alla  felicità... al vuoto... al senso di sicurezza... ai pianti... ho smesso di piangere da settembre... e adesso penso che ci sei stata con tanto  amore... e te ne sono grata...
    Ti aggiorno brevemente... mi hanno  richiamata da roma... per adesso faccio la pendolare essendo un  part-time... da marzo, con molti dubbi e un pò di tristezza, penso di  trasferirmi... per il resto sto cercando di nutrirmi "avendo cura di splendere"... porterò questa frase e la medaglietta sempre con me.
    un abbraccio forte...
    Con amore
    Simona


  • Ho vissuto per diversi anni come fossi una passeggera che si trovava per caso su questa terra. Ci sono sempre stata ma non sono mai 'esistita'. Mi son presa lo spazio che gli altri mi hanno concesso. Ho vissuto un'esistenza in cui mi sentivo prigioniera. Ho trascorso i giorni restando ferma nello stesso punto, in attesa che dall'esterno mi venisse regalata una felicità che nessuno avrebbe mai potuto realmente darmi e che perciò pareva sempre più irraggiungibile. Nessuno mai mi aveva saputo dire che sarebbe bastato prendere coscienza del fatto che esisto, ascoltare la mia anima e i suoi suggerimenti, alimentarla ogni giorno di sensazioni ed esperienze che la riempissero. Mena mi ha consegnato la chiave per aprire la porta dell'esistenza (-essenza). A piccoli passi mi ha insegnato a prendere coscienza di me stessa, di quel che sono, di ciò di cui ho bisogno. Mi ha insegnato ad ascoltarmi, ad interpretare le richieste della mia anima finora muta, a vedere le meraviglie che questa vita offre. Mena mi ha accompagnata in un percorso di cambiamento che da sola non avrei potuto intraprendere, non essendo in possesso degli strumenti e delle consapevolezze necessarie non solo a comprendere le mie difficoltà, ma soprattutto a saperci convivere e, quando possibile, superarle. In questo percorso non mi sono mai sentita sola, ho avuto la fiducia della persona che più di chiunque altra ha saputo entrare nella parte più profonda di me, quella che io stessa non conoscevo, e ha saputo portarla all'esterno per darle luce. Quella luce da cui oggi si sviluppa la mia autonomia nel proseguimento di questo cammino interiore. Ho imparato a conoscermi, ho avuto cura del mio spirito. Oggi mi stimo, mi amo, mi 'basto'. La felicità la trovo ogni giorno dentro di me. Mi sveglio la mattina pensando a quante cose posso fare in un giorno, a cosa 'voglio' fare; cammino per strada e ho consapevolezza della terra che calpesto, della mia esistenza; mi prendo lo spazio di cui ho bisogno per esprimermi; accolgo tutto ciò che mi accade come un'esperienza educativa; dal mio dolore imparo. Oggi mi addormento la sera pensando che ho voglia di vivere. Cominciare questo percorso mi ha ripagato di tutte le scelte sbagliate che ho fatto, ma soprattutto di quelle che ancora farò ma che credo sarò in grado di affrontare meglio e che chiamerò semplicemente 'vita'. Pian piano sto mettendo radici in questo mondo per essere parte di esso. C'è una citazione che racchiude ed esprime magistralmente il senso di questa evoluzione: "Quando colui che credeva di essere cieco si toglie gli occhiali scuri, vede la luce" (A. Jodorowsky).

Maria


  • Non ho mai creduto nella psicoterapia ma purtroppo un triste evento ha fatto nascere in me un profondo bisogno di ricorrerne. Ad un certo punto della mia esistenza ho perso il più piccolo dei miei fratelli. Mi sono sentita devastata perché con lui è andata in frantumi tutta la mia vita. La mia famiglia di origine è stata travolta da questa tragedia e con lei i miei figli e mio marito. Ho pensato che non avevo più motivi per vivere che sarebbe stato meglio se fossi morta io. Sono caduta in un pozzo senza fine. Poi ad un certo punto ho pensato alla psicoterapia. Volevo darmi una possibilità, lo dovevo soprattutto ai miei figli. Grazie alla dott.ssa mi sono sentita pian piano trascinare via dal vortice in cui ero caduta. Ho cominciato a ricostruire il puzzle della mia vita. Ho capito che il pezzo mancante non lo ritroverò più ma nello stesso tempo ho capito che potevo ancora rimanere in piedi e dovevo farlo per me e per gli altri altrimenti avrei trascinato dietro di me tutti i miei cari. Oggi mi sento meglio, monca per il pezzo mancante ma comunque forte per poter assicurare insieme a mio marito (grande papà) la felicità ai miei figli. Abbastanza forte per dare supporto ai miei nipotini che rappresentavano la luce per gli occhi di mio fratello. Forte per prestare una spalla a mia cognata che ormai non ha più lacrime da versare. Forte per la mia povera mamma ed il mio papà che hanno dedicato la loro vita interamente a noi. FORTE soprattutto per me che ho ritrovato momenti di gioia guardando gli occhi dei miei figli. Grazie dott.ssa Petrazzuolo. Dedico queste poche righe a te e a chi purtroppo come me vive o ha vissuto un esperienza simile.

Ornella


  • Sono nata a Napoli dove vivo e lavoro, anche se mi piace tutto ciò che è ESTERO ed impazzisco per gli aeroporti. Sin da piccola il mio passatempo è stato disegnare, adoravo le cartolerie più dei negozi di giocattoli e tuttora l’odore dei pastelli è per me l’odore della creatività. Nonostante gli svariati consigli di non seguire una scuola d’arte, considerata dai miei genitori una perdita di tempo e denaro, nell’ ottobre del 2007 conseguo la laurea in scenografia con 110 e lode presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli ed è stata una grande soddisfazione. Dipingere, da sempre, è stato un mezzo per viaggiare, per allontanarmi da una realtà familiare culturalmente distante. Sono cresciuta sentendomi amata e coccolata, ma priva di libertà riguardanti le mie scelte, priva di possibilità di essere e mostrarmi per quella che ero, ingabbiata in una serie di compiti, tra cui essere la schiena di mia madre. Il mio percorso artistico inizia subito dopo la laurea e contemporaneamente lavoro come truccatrice, successivamente come dermopigmentista; ciò mi consente di investire nel mio iniziale progetto di vita, diventare un’artista affermata. Ma cosa significa diventare un’artista affermata? Quanto storceva con l’essere invece reputata un’estetista. I galleristi appena apprendevano la mia professione di truccatrice accostavano l’estetica dei miei lavori alla mia professione e senza “ascoltare” ciò che le mie opere “urlavano”, mettevano le cuffie e si godevano la copertina. Per diversi anni ho esposto e venduto, partecipato a concorsi, collaborato con artisti noti, nel contempo assistevo alla depressione di mia madre, lenta, lunga, angosciante. In questo tempo le mie energie vitali venivano succhiate ed io, stranamente restavo in piedi con una bella divisa da super-eroe. Nel 2011 mi sposo con l’uomo della mia vita, Francesco. Prima gravidanza persa fa riaffiorare una serie di mali, di ricordi spiacevoli, di sensi di colpa infiniti. Il 18 Settembre del 2013 viene alla luce CRISTIANO. La mia LUCE. La mia SPERANZA. La mia MERAVIGLIA. La gravidanza di Cristiano è stata difficile sin da subito, psicologicamente vissuta col terrore di perderlo e fisicamente tormentata dalla nausea. Il parto lo è stato ancor di più. Ho dato la vita a Lui e stavo perdendo la mia. Il Rientro a casa ricco di emozioni. Il primo passo oltre la porta m’inebriò di un odore sublime, quello che non avrei più potuto sentire… i colori di tutti i singoli oggetti, tutto mi comunicava il ritorno alla vita. Ma ben presto mi ritrovai nel buio, quel buio della pancia in cui Cristiano aveva vissuto i suoi 9 mesi di crescita, di nutrimento, di vita. Un nero che giorno dopo giorno diventava più intenso, più forte, più penetrante. Dopo il suo primo anno di vita, quando pensavo di riuscire a ritrovarmi come donna oltre che come mamma, inizia invece una lunga discesa nel ventre, ritorno in quel buio pesto, questa volta con la consapevolezza di voler trovare qualcosa. Mi tuffo e incontro Mena. Affamata di ricevere aiuto, di una guida in questo buio, di un’interprete della mappa che avevo tra le mani, ma scritta in un linguaggio che al momento risultava ostico, inciampo nel sito psicodonne.it. Subito invitata a leggere, a saperne di più da una pagina rosa, invitante come un rossetto che non metti da tempo e poi dalla pagina dedicata alle donne speciali tra cui la mia amata Frida. Ed eccomi al telefono scrivere un messaggio rapido, urgente, stavo chiedendo un pronto soccorso. Il percorso con Mena, inizialmente cominciato con delle perplessità riguardo la psicoterapia, con dei pregiudizi riguardo la possibilità di venirne fuori, si conclude invece con la meravigliosa convinzione della sua utilità. Lei con discrezione si è avvicinata alla mia corazza, con rispetto mi ha aiutata a toglierla e con essa a superare la VERGUENZA, superare i divieti per concedermi il permesso di SENTIRMI. "In questo consiste la libertà, nel non lasciarsi determinare dal passato né essere costretti a riprodurlo". (Alejandro Jodorowsky)
Pasqualina Caiazzo




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