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Dott.ssa Filomena Petrazzuolo - Psicologa Psicoterapeuta - Dott.ssa Filomena Petrazzuolo - Psicologa Psicoterapeuta

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Gravidanza e psiche


Malgrado fattori culturali, sociali, economici e di altro tipo che influenzano la vita delle persone e che hanno reso la gravidanza e l'allevamento dei figli sempre più difficili anche dal punto di vista psicologico e psicopatologico, la gravidanza è uno degli eventi più importanti nella vita di molte persone. Le donne spesso avvertono la nascita dei figli come un'affermazione della loro identità.Modificazioni nella gravidanza. La donna in gravidanza va incontro a notevoli modificazioni biologiche, fisiologiche e psicologiche.

Gli atteggiamenti nei confronti della gravidanza riflettono idee radicate sulla riproduzione, il momento della gravidanza (se è stata pianificata e se il bambino è desiderato), la qualità della relazione della donna con il marito, se è sposata, la sua età, la sua storia personale, il suo senso di identità e la sua reazione alla prospettiva della maternità. Le donne
psicologicamente sane spesso considerano la gravidanza un mezzo di autorealizzazione.

Molte donne riferiscono che la gravidanza è un'esperienza creativa che gratifica una necessità fondamentale. Altre donne vedono la gravidanza come un modo per diminuire i dubbi sulla propria
femminilità o come mezzo per rassicurarsi del fatto di essere in grado di funzionare come donne. Altre ancora vedono la gravidanza negativamente; possono aver paura del parto o sentirsi inadeguate come madri.

Durante i primi stadi del loro sviluppo le donne devono andare incontro all'esperienza della separazione dalle loro madri e di stabilire un'identità indipendente; questa esperienza successivamente influenza il loro successo come madri.

Le paure e le fantasie inconsce associate alla fase iniziale della gravidanza spesso sono strettamente connesse con il concetto di
fusione con la propria madre. Se la madre rappresentava un insufficiente modello di ruolo, il senso di competenza come madre della donna potrebbe essere danneggiato e potrebbe conseguirne una mancanza di fiducia prima e dopo la nascita del bimbo.

L'attaccamento psicologico
al feto inizia in utero e dall'inizio del secondo trimestre la maggior parte delle donne ha una rappresentazione mentale del proprio figlio. Anche prima della nascita il feto è visto come un essere separato e a esso viene attribuita una personalità prenatale. Secondo taluni teorici della psicoanalisi, il bambino che deve nascere è uno schermo vuoto, su cui la madre proietta le proprie speranze e paure (attorno a questa affermazione dovrebbero farsi numerose osservazioni ed obiezioni; probabilmente ciò può rispondere al vero in una minima percentuale di casi, quelli nei quali si possono evidenziare problematiche di tipo psicopatologico relate alla gravidanza ed al puerperio).

In rari casi, queste proiezioni possono spiegare infatti gli
stati patologici postpartum
, come il desiderio della madre di far del male al figlio, che viene visto come una parte odiata di se stessa. Normalmente, tuttavia, dare alla luce un bambino appaga il desiderio della donna di creare e nutrire la vita.


tratto da: www.inpsico.org



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